BUONE FESTE E BUONA VITA!

Cari Cassinettesi, sono stati dieci anni bellissimi. Intensi, emozionanti, faticosi.

Sono entrato in Comune che ero un ragazzo, appena trentenne. Ne esco che sono ormai un uomo.

Era l’autunno del 2001. Il mondo stava cambiando. Dopo l’attentato alle Torri Gemelle di New York, l’occidente stava precipitando completamente e platealmente il resto del pianeta in una guerra tutt’ora in corso. La crisi economica e finanziaria non era ancora all’apice, ma già mostrava i primi segni di quello che, drammaticamente, tutti noi stiamo vivendo in questi giorni, in queste ore.

Era l’inizio di un’avventura che mi ha permesso di fare un’esperienza unica ed eccezionale, perché mi ha consentito sia di incontrare altre esperienze locali, come quelle dell’Associazione Comuni Virtuosi, della Rete dei Comuni Solidali, delle centinaia di associazioni e comitati che si battono e si danno da fare in tutto il paese per un’Altra Italia, sia di osservare da vicino la politica nazionale.

Era il mese di novembre di dieci anni fa, quando due vostri concittadini, li voglio ricordare con affetto, il compianto Luigi Garavaglia e Angelo Portalupi, accompagnati dall’ex vicesindaco della Giunta Zagon, Franco Geissa, mi domandavano in uno scantinato dell’ospedale Costantino Cantù se volevo candidarmi alla carica di Sindaco di Cassinetta di Lugagnano. Da quella sera, la mia vita è cambiata.

Ho conosciuto centinaia di voi, incontrato decine di amici, consolidato rapporti, coltivato politica. Ho anche avuto qualche delusione.

Ho avuto la fortuna di incrociare la mia vita con altri giovani di Cassinetta che sono cresciuti insieme a me. Uno di loro lo conoscete bene: Andrea Frassoni, che ormai è come un fratello per me. L’unico che ha condiviso per intero questi dieci anni alla guida del Comune. L’unico che ha vissuto tutte le gioie e tutti i dolori, macinato km insieme a me e per me, per l’amministrazione comunale, masticato amaro di fronte alle inefficienze che c’erano e che resistono. L’assessore che ogni sindaco vorrebbe avere sempre al suo fianco.

Ed ho avuto anche la fortuna di lavorare in questa lunga esperienza con nuovi cittadini che pur non essendo Cassinettesi Doc, hanno dedicato e stanno dedicando pezzi delle loro vite, sottraendole ai loro affetti, all’amministrazione del Bene Comune, del Comune di Cassinetta di Lugagnano: gli assessori Daniela Accinasio, Alessio Torti e Michele Bona.

Per me, inoltre, è stata comunque un’occasione positiva e di crescita umana, sia aver condiviso questa mia esperienza amministrativa con persone che oggi non fanno più parte della maggioranza della Lista Per Cassinetta, sia confrontarmi con le varie opposizioni alla nostra maggioranza che si sono succedute in queste due consiliature.

Cari concittadini (lasciatemela usare almeno una volta questa espressione, concittadini, perché comunque, anche se all’anagrafe sono cittadino di Abbiategrasso, io mi sento anche cittadino di Cassinetta di Lugagnano), in questi dieci anni il nostro piccolo comune è cambiato, credo in meglio. La cartolina di Cassinetta, oggi, non è solo il ristorante famoso nel mondo. Oggi, possiamo dirlo, Cassinetta è la Perla del Naviglio Grande.

Non voglio fare in questa sede l’elenco delle opere pubbliche, delle iniziative sociali, culturali ed ambientali che abbiamo realizzato.

È stato un lavoro di gruppo portato avanti, non senza difficoltà, da una squadra che ha sempre garantito con responsabilità la stabilità alla guida del Comune.

È stato un lavoro di pazienza ed ostinazione, perché i contributi a fondo perduto che abbiamo ottenuto in tutti questi anni, non sono caduti dal cielo (dove, detto per inciso, non abbiamo alcun santo cui appellarci, anzi…), ma sono stati il frutto di ore di lavoro, di riunioni, di incontri, di viaggi: a Milano, a Roma, a Bruxelles.

È stato un lavoro d’amore. Si, d’amore per il paesaggio, per l’ambiente, per le future generazioni. Amore per la nostra terra, bene comune, prezioso e non riproducibile. Amore per la bellezza e per la serenità che tutti noi aneliamo. Amore per la Cara Cassinetta.

Sono stati anni di resistenza. Abbiamo detto e continueremo a dirlo a gran voce: No alla Tangenziale! No al saccheggio del territorio ad opera della speculazione. No all’arroganza di amministratori vicini (Abbiategrasso, Magenta, Vigevano), governatori lontani (Regione Lombardia) e governanti lontanissimi (Cipe e ANAS), che volevano e vorrebbero, ancora oggi, ridurre il Parco del Ticino a sfogatoio dell’incontinenza edilizia della grande metropoli.

Sono stati anni di ricostruzione della memoria. Siamo infatti orgogliosi di aver introdotto, con 58 anni di ritardo, la celebrazione della Festa della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo. Così come siamo orgogliosi di aver intitolato al “25 aprile” la nuova piazza oltre il Ponte ed alla Costituzione della Repubblica Italiana la pista ciclabile verso Abbiategrasso.

Sono stati anni di impegno al servizio dei cittadini. Per i bambini e per le fasce più deboli. Con i pochissimi mezzi e con le scarsissime risorse a disposizione, abbiamo sempre assegnato la massima priorità al diritto allo studio, all’assistenza ai disabili e all’aiuto ai lavoratori e alle famiglie in difficoltà.

Sono stati anni di rinascita culturale e civile. Innumerevoli le iniziative, visibili i nuovi luoghi recuperati, per ogni età o tipo di passione. Un’unica bussola ci ha guidato: quella che porta alla ricostruzione di spazi di crescita sociale e di comunità.

Cari Cassinettesi, il mio secondo mandato di sindaco è prossimo alla scadenza naturale.

Essere sindaco di una comunità è una delle esperienze più belle. Perché consente di realizzare concretamente il cambiamento. Perché permette alla fantasia di trasformarsi in realtà. Perché è l’opportunità di fare la propria parte e assumersi un piccolo pezzo di responsabilità per il paese, di svolgere un servizio civile. Perché giurare fedeltà alla Costituzione non è un peso, ma un onore. Perché si può provare finalmente a fare il proprio dovere, non solo come cittadini, ma come rappresentanti nelle istituzioni.

Nell’augurare a tutti noi, sia come cittadini di Cassinetta di Lugagnano che come cittadini italiani, un 2012 che possa vedere l’Italia invertire la rotta, permettetemi infine di ringraziarvi tutti, pubblicamente.

Per l’accoglienza che mi avete riservato quando, foresto da Abbiategrasso, ho bussato alle porte delle vostre case per presentarmi e spiegarvi le idee che avevamo in mente.

Per la fiducia che mi avete accordato, nonostante io fossi un emerito sconosciuto, che mai nessuno aveva visto in un consiglio comunale o in un’assemblea pubblica a Cassinetta di Lugagnano.

Per la pazienza che avete avuto, sopportando le pecche e le inefficienze che non ho saputo risolvere e i disservizi che non ho saputo rimuovere.

Per l’affetto, la stima e il riconoscimento, che in questi dieci anni avete dimostrato per il mandato svolto. Affetto, stima e riconoscimento che condivido con tutte le persone che mi hanno accompagnato in questa avventura. Un’avventura che ha segnato la mia vita in modo indelebile.

Perché anche se dalla prossima primavera non lo sarò più, io mi sentirò sempre, in cuor mio, il sindaco di Cassinetta di Lugagnano.

Buone feste e buona vita!

Domenico Finiguerra

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3 Responses so far.

  1. Roberto ha detto:

    questa notte non ho sonno, e ne approfitto per leggere i siti degli amici virtuosisti come non facevo da qualche tempo.
    Auguri anche a te Domenico.
    il Sindaco che tutti i luoghi meriterebbero.
    Roberto

  2. sabrina ha detto:

    Elogio del pensiero divergente.
    “Che cittadinanza ha oggi il sogno che prende forma nell’impegno sociale ed anche politico? Nessuna. Il più delle volte quello che manca è addirittura il sogno, generando il nichilismo che affonda le radici nella mancanza di uno scopo, di un fine: di un sogno.
    Quello che ci manca è davvero il sogno.
    Ecco allora che passando per strada ci si dovrebbe solo congratulare se nonostante tutto c’è ancora qualcuno che non esita a battersi per una società migliore”. (Galimberti)
    Quale la tua “arma letale”, coccinella minuscola e Pierino impertinente ?
    Io credo il pensiero divergente: creativo, alternativo e originale; che può muoversi i tutte le direzioni, a raggiera, come i petali di un fiore, e conquista sempre più nuovi spazi, man mano che si allarga. Che non ha una ideologia, la trova strada facendo nei suoi percorsi, che possono andare in tutte le direzioni , fluidi, come una opportunità che si rinnova, come una vela che non percorre un percorso fisso, ma segue il vento e più si allarga e più aumenta e dilata la sua conoscenza. (Guilford/Gamberini).
    Così, passando per strada, avendone anche fatta un pezzo insieme, grazie.
    Il pezzo che hai scritto è veramente bellissimo, come spero il nuovo anno per te.
    Sabrina

  3. […] condivido con tutti. Con i miei compagni di strada. Con chi ha guardato con curiosità al piccolo paese adagiato sulle sponde del Naviglio […]

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