LA VERGOGNA DI MIRAFIORI, DOPO QUELLA DI POMIGLIANO
L’accordo di Mirafiori, come quello di Pomigliano, non solo sarebbe rigettato da ogni serio sindacato o partito di sinistra, ma vedrebbe una reazione di sdegno in tutto il paese per il VERGOGNOSO ricatto messo in campo dalla Fiat di Marchionne.
Invece, una classe dirigente trasversalmente piegata verso confindustria (per dovere, per opportunismo, per piaggeria) saluta l’accordo con giubilo o con soffio da scampato pericolo.
E questi sedicenti capitalisti assistiti da anni con i soldi dello stato, pontificano e reclamano maggiore libertà d’azione e concorrenza. Obbligando i lavoratori a rinunciare a diritti conquistati con sangue e sudore.
Ma cos’altro deve succedere per riavere una forza popolare, autentica e chiaramente dalla parete dei più deboli, che abbia il coraggio di rimettere in discussione il liberismo e questo finto mercato, le privatizzazioni dei beni comuni come l’Acqua e la Terra e il progressivo impoverimento culturale che ha visto i cittadini trasformarsi da portatori di diritti in meri consumatori?
ART. 1
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Art 1 : l’italia è una repubblica fondata sulla massoneria !
[…] serio sindacato o partito di sinistra, ma vedrebbe una reazione di sdegno in tutto il paese per il VERGOGNOSO ricatto messo in campo dalla […]
L’Italia è una Repubblica non democratica fondata sulla pena.
Una pena impossibile da definire. Bisognerebbe inventare un nuovo vocabolario:
http://www.terranauta.it/a2254/l_urlo/il_silenzio_e_fango_sciolto_il_comune_di_camigliano.html
Palermo è sepolta di rifiuti, materiali che nessuno ha mai pensato di raccogliere con un minimo di organizzazione decente, e il suo Sindaco se ne va a vedere i Mondiali…
Camigliano fa il suo dovere, lavora per l’interesse collettivo, e viene sciolta come neppure il Comune mafioso di Fondi.
Questo Paese oggi non è fondato su nulla.
La Costituzione è del tutto inapplicata.
E la sola speranza è nell’evoluzione dei Comuni Virtuosi.
Anche la “società civile” se c’è è ora che batta un colpo per Camigliano, per tutte le persone di buona volontà che vogliono cambiare IL Paese e non cambiare Paese.
ciao, Rob
http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50182636
La posizione della Fiom-Cgil su questo “accordo” è chiara, durante la trasmissione 8 e mezzo l’ha espressa chiaramente il segretario della Fiom Maurizio Landini.
La Fiom-Cgil è l’unico sindacato che non fa firmato quell’ “accordo”. Ciao a tutti.
Da Pomigliano a Vigevano il passo è breve. Questo è il clima tra i lavoratori.
Da corriere.it
Una cordata pronta a rilevare l’azienda, ma senza garantire il posto a tutti
Vigevano, gli operai della Sigma
contro il sindacato: «Fateci lavorare»
La Fiom si oppone all’intesa. Ma 79 operai accettano la proposta dei nuovi
SOCI
VIGEVANO (Pavia) — Posti di lavoro in cambio di meno diritti sindacali: la
scossa tellurica di Pomigliano d’Arco risale la penisola e arriva a Vigevano
dover alla Sigma, fabbrica di macchine industriali da tempo in crisi si vive
una situazione non diversa da quella della Fiat. L’azienda è in fallimento,
una
nuova cordata si è fatta avanti per rilevare la produzione, ma è disposta ad
assumere gradualmente solo 50 degli 88 dipendenti. Fino a ieri la Fiom Cgil,
unico sindacato presente nella fabbrica, si era opposta a tale soluzione ma
si
è vista scavalcata dalla base dei lavoratori: in 79 hanno sottoscritto una
soluzione che chiede di accettare la proposta dei nuovi proprietari.
Consapevoli del rischio che alcuni di loro rimarranno a spasso.
Ieri pomeriggio si è svolto un incontro fiume tra curatore fallimentare
della
Sigma, sindacato e acquirenti che si è chiuso con una soluzione di
compromesso:
la Fiom resta sulle sue posizioni, ma lascia liberi i singoli lavoratori di
accettare le condizioni proposte dall’azienda. L’orizzonte tracciato dagli
aspiranti proprietari della Sigma è il seguente: riassunzione immediata di
25
dipendenti, riassorbimento graduale di altri 25 sulla base dei risultati di
mercato, sottoscrizione da parte di ogni singolo lavoratore di una
«liberatoria» con la quale si dichiara di mettere una pietra sopra ogni
controversia riguardante il passato. «Sono garanzie insufficienti, noi
facciamo
l’interesse di tutti i lavoratori e non ci si può chiedere, a nome di altri,
di
passare un colpo di spugna su dei diritti riguardanti il passato»: questa la
posizione sempre mantenuta da Rosella Banzato, della Fiom di Vigevano e
ribadita anche all’incontro di ieri.
Ma la Fiom, all’interno della Sigma ha appena 17 tesserati; il grosso dei
dipendenti, esasperato da un anno e mezzo di cassa integrazione, cioè di
inoperosità a 800 euro al mese, ha chiesto di passare all’azione. «E’
assurdo
che una minoranza blocchi una soluzione a portata di mano — spiega Giorgio
Tonin, dipendente Sigma che si è messo alla testa dei “disobbedienti” —
tanto
più in un periodo dove di imprenditori disposti ad investire non se ne
trovano
molti. Ho l’impressione che la Fiom stia cercando di tutelare solo se stessa
e
il proprio ruolo». Il gruppo dei dissidenti ieri si è riunito sotto le
finestre
dell’Unione Industriali di Vigevano dove era in corso l’incontro. A nessuno
sfugge, però, che nella migliore delle ipotesi oltre 30 lavoratori non
potranno
essere imbarcati sulla scialuppa di salvataggio. «E’ una sorte che potrebbe
toccare proprio a molti di coloro che sono qui — ribatte Tonin — ma al punto
in
cui siamo giunti non c’è scelta: l’alternativa è che i nuovi investitori
della
Sigma si scoraggino e se ne vadano. A quel punto avremmo solo 88 disoccupati
in
più».
E’ un punto di vista che ha contagiato anche chi, come Pietro Farina, ha in
tasca la tessera del sindacato ma non si riconosce più nelle posizioni della
Fiom: «Dopo un anno e mezzo di cassa integrazione l’unica cosa che desideri
è
tornare al lavoro, uscire da una situazione di stallo. E allora tanto vale
correre il rischio». Il pomeriggio è trascorso anche con qualche attimo di
tensione: la base dei dipendenti Sigma ha cercato di incontrare la
sindacalista, il rendez vous è riuscito solo grazie a un blitz alla porta
posteriore dell’edificio in cui si svolgeva la riunione. Ma la pressione
pare
aver portato a qualche passo avanti. Oggi verrà sottoscritto un accordo nel
quale in sostanza il sindacato si dice d’accordo al piano industriale che
prevede la graduale riassunzione di 50 operai ma non mette firma e faccia
sulla
questione della «liberatoria»: spetterà al singolo accettare o meno questa
condizione. «E’ un punto sul quale il sindacato non vuole esporsi —
specifica
Rosella Banzato — perché non vogliamo avallare una diminuzione dei diritti
dei
lavoratori». Al termine di questa «conta» i nuovi acquirenti in pratica
decideranno se rinnovare la loro scommessa sulla Sigma. E anche dentro il
movimento dei lavoratori si aprirà una riflessione sul caso.
Il video non è quello a cui mi riferivo.
Cliccate su ultimi 7 giorni quando parte il video e poi su mercoledì 16 giugno. Ciao e scusate.
è una vergona incalcolabile per tutti i lavoratori quella specie di pseudo accordo “dittatoriale”imposto dalla fiat!!!!!!!!!!!!vergona
..Cos’altro deve succedere.. caro Sindaco (invidiato)? Beh mi pare nn sia successo nulla di insostenibile finora per mettere gli uni contro gli altri armati!?. Eh si, stanno tramando di tutto per mettere il popolo diviso contro se stesso, mentre i nuovi Nerone se la gustano sul colle Palatino. Eh no lor signori, non andrà cosi questa volta. Perchè questa volta sarà il Popolo Sovrano contro la casta. Ecco, il Popolo Sovrano caro Sindaco. Pensa che sarebbero sufficienti già i quasi 11 milioni, me compreso, di moderati, noi si sicuramente, che hanno provato ribrezzo solo a vedere le facce di alcuni candidati alle ultime politiche, per invertire un processo che ci sta portando alla rovina un Popolo che ha insegnato ovunque nel mondo.
Che ne dici caro Sindaco? Vuoi metterti avanti a tutti? Io ti prometto che porterò al tuo fianco la bandiera Italiana.
O vuoi invertire i ruoli? Ma nooo… non mi permetterei mai…(°_’)
Io davanti a tutti? No. Io insieme a tanti altri, si!
Perchè esiste un’altra Italia ed è ora che si unisca…
http://www.domenicofiniguerra.it/?p=2051
[…] serio o partito di sinistra, ma vedrebbe lo sdegno e la reazione di un intero paese per il VERGOGNOSO ricatto che la Fiat di Marchionne ha messo in […]
Le parole di Napolitano ci invitano a ragionare senza bisogno di radicalizzare le posizioni. A mio parere non si può assumere Pomigliano o Mirafiori ad emblema del Mondo che non va. Bisogna costruire premesse divere, un diverso modello di sviluppo meno esasperato e globale, preoccupandoci di salvaguardare nel frattempo il nostro lavoro. Non si opera nell’interesse dei lavoratori se non si lavora per efficienza e competitività, che danno sicurezza di lavoro e stabilità nel lungo periodo. Solo i congrui investimenti messi in campo rappresentano la reale garanzia per i lavoratori della buona fede dell’Azienda. Lavoriamo per regole globali, o almeno europee, che diano dignità al lavoro e che escludano il dumping dei diritti. Lavoriamo per una corretta e seria regolamentazione dei mercati finanziari, affinchè venga debellata la speculazione.
Nel frattempo però dovremmo capire che è giusto rispondere a ciò che i lavoratori chiedono prioritariamente: l’occupazione. Troviamo il coraggio di condividere la responsabilità nelle scelte più dure, rispettando le indicazioni referendarie. Evitiamo di appellarci a improbabili miracoli.
Caro Giacinto, è proprio il mondo globalizzato, la competizione e l’avidità che porterà, lentamente, al sacrificio sull’altare del dio mercato di tutti i diritti delle persone.
Le scelte giuste, sarebbero troppo dure per chi invece trova più comode e redditizie vie brevi. Il ricatto, poi, è almeno per me davvero insopportabile e mi indigna che chi dovrebbe mettere i lavoratori al riparo dal ricatto, preferisce restare accomodato in comode poltrone…